La tecnologia digitale ammazza la Fotografia?
È una delle più diffuse convinzioni.
È anche, a mio modesto avviso, un luogo comune che non ha alcun senso.
Posso comprendere che alcuni riti propri della fotografia chimica possano suscitare sentimenti di nostalgia: il caricamento della pellicola, lo sviluppo nella tank, la stampa sotto l’ingranditore, le bacinelle…
Così come comprendo il fascino di tirar fuori dal garage, di tanto in tanto, una Jaguar Mk II degli anni ’60 e assaporarne il lusso delle finiture in radica, del design; tuttavia se devo fare un viaggio, preferisco la mia Audi A4 poiché, seppur un po’ più “plasticosa”, è più veloce, frena meglio, è più affidabile e sicura. In sostanza è migliore.
Un paragone forse azzardato che però rispecchia ciò di cui sono fermamente convinto.
La tecnologia digitale impone, certo, alcuni adattamenti. Uno su tutti, l’abbandono della Camera Oscura a favore della cosiddetta Camera Chiara.
Ciò significa resettare il nostro cervello e imparare nuovamente le procedure opportune affinché le nostre fotografie raggiungano un livello almeno paragonabile a quello raggiunto quando eravamo in piena epoca argentica.
Sono altresì convinto che ormai il digitale abbia superato l’analogico di parecchie lunghezze in molti aspetti, se sfrutattato a dovere con la dovuta perizia e intelligenza.
Oggi l’accessibilità agli strumenti di manipolazione delle immagini è decisamente maggiore poiché tutti hanno un computer. Ciò ha un’inevitabile conseguenza: molti si cimentano nell’uso dei suddetti strumenti, pur non avendo acquisito l’opportuna capacità. Da qui, la sensazione che da quando esiste la fotografia digitale, la qualità media sia peggiorata; ma non è colpa della tecnologia (le cose non hanno mai colpe), semmai dell’approssimativo uso che di essa se ne fa.
Quindi, per tornare alla domanda iniziale…
La tecnologia digitale ammazza la Fotografia?